Se la società acquista azioni proprie non scatta l’abuso

  • 25 Marzo 2019
  • Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi – Gian Paolo Ranocchi

Non costituisce abuso del diritto l’acquisto di azioni proprie da parte di una società, previamente affrancate dall’azionista cedente. Il comportamento è perfettamente legittimo e previsto dal sistema. A stabilirlo la Ctp di Padova nella sentenza 48/1/2019. Secondo l’ufficio, invece, le operazioni erano elusive e l’acquisto di azioni proprie celavano una distribuzione di utili nei confronti dell’azionista. Sempre l’ufficio ipotizzava che si fosse realizzata un’ipotesi di recesso da parte dell’azionista, recesso che non consente di fruire degli effetti dell’affrancamento. I giudici tributari di primo grado chiariscono che il principio dell’abuso del diritto va individuato verificando previamente quello del legittimo risparmio d’imposta. In base a questo, il contribuente può scegliere tra atti e contratti quelli meno onerosi, anche dal punto di vista tributario. Nel caso specifico l’ufficio non ha provato la dissimulazione con la distribuzione di utili.


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